«Esistono centonovantatré specie viventi di scimmie con coda e senza coda; di queste, centonovantadue sono coperte di pelo. L'eccezione è costituita da uno scimmione nudo che si è auto-chiamato Homo sapiens.
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Tra gli scimmioni e le scimmie, lo scimmione nudo è il più opportunista di tutti. Questo è un altro ulteriore aspetto della sua evoluzione enotenica. Tutte le scimmie giovani sono indagatrici, ma la loro curiosità tende a svanire con l'avanzare dell'età. Nel nostro caso invece la curiosità infantile si rafforza e si estende con la maturità. Noi non smettiamo mai di indagare, non siamo mai persuasi di sapere abbastanza da andare avanti. Ogni domanda a cui rispondiamo ci porta ad una domanda successiva. Questo è diventato il più importante espediente per sopravvivere della nostra specie. La tendenza ad essere attratti dalle novità è stata chiamata neofilia (amore del nuovo), in contrapposizione con neofobia (timore del nuovo). Qualunque cosa non familiare è potenzialmente pericolosa e va avvicinata con cautela. Forse sarebbe meglio evitarla? Ma se l'evitiamo, come potremo conoscere qualcosa al riguardo? L'impulso neofilico ci spinge avanti e mantiene desto il nostro interesse fino a che ciò che era sconosciuto diventa conosciuto e la familiarità lo rende poco temibile, cosicché durante il processo noi guadagniamo una preziosa esperienza da mettere da parte e da richiamare in seguito quando è necessario. Il bambino fa questo continuamente. Il suo impulso è talmente forte, che si rende necessaria una limitazione da parte dei genitori. Questi possono riuscire a dare un giusto indirizzo alla curiosità, ma mai a sopprimerla. Man mano che i bambini crescono, le loro tendenze all'esplorazione raggiungono proporzioni allarmanti e talvolta si sentono gli adulti che parlano di "un gruppo di ragazzi che si comportano come bestie selvagge". In realtà avviene proprio il contrario. Se gli adulti si prendessero la pena di studiare in che modo si comportano effettivamente le bestie selvagge adulte, capirebbero che le bestie selvagge sono loro. Sono loro che cercano di limitare l'esplorazione e che si stanno vendendo alla comodità del conservatorismo subumano. Fortunatamente per la nostra specie, vi è sempre un numero sufficiente di adulti che conservano la loro inventiva e la curiosità giovanile, consentendo così alla popolazione di progredire e di espandersi.
Se osserviamo dei giovani scimpanzé mentre giocano, siamo immediatamente colpiti dalla analogia tra il loro comportamento e quello dei nostri bambini. Entrambi vengono affascinati dai "giocattoli" nuovi, vi si gettano sopra avidamente, li sollevano, li fanno cadere, li torcono, li sbattono e li fanno a pezzi. Entrambi inventano giochi semplici. Il loro interesse è forte come il nostro e durante i primi anni di vita si comportano come e meglio di noi, dato che il loro apparato muscolare si sviluppa più rapidamente. Dopo un poco, però, cominciano a perdere terreno. I loro cervelli non sono abbastanza complessi per costruire su queste basi; le loro capacità di concentrazione sono scarse e non seguono l'accrescimento corporeo, ma soprattutto essi mancano della abilità di comunicare in modo dettagliato ai loro genitori i sistemi inventivi che scoprono».
Desmond Morris, La scimmia nuda, 1967 (Bompiani, trad. M. Bergami).
Nel celebre saggio di Desmond Morris, la curiosità è presentata come una caratteristica distintiva dell’Homo sapiens, che lo differenzia dagli altri primati. L’autore sottolinea come la nostra specie mantenga e potenzi con l’età la spinta esplorativa tipica dell’infanzia, trasformandola in un vantaggio evolutivo. Questo impulso, definito “neofilia”, ha permesso all’uomo di adattarsi e progredire, anche se la voglia di scoperta infantile e adolescenziale molto speso va scemando con l’età, lasciando il posto alla ricerca del comfort.
Sotto il profilo psicologico, la curiosità è stata oggetto di studio da parte dell’economista comportamentale George Loewenstein (The Psychology of Curiosity, 1994). Clicca qui per leggere l’articolo.
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